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FORMAZIONE DEGLI APPRENDISTI

Come già preannunciato  in precedenza, lo scorso 21 Febbraio 2008 presso la Commissione Provinciale per le Politiche del Lavoro, si è tenuto un incontro sull’apprendistato professionalizzante, in particolare sulle problematiche connesse al processo di progettazione, programmazione e realizzazione della formazione formale degli apprendisti e dei tutor aziendali.
L’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno – Settore Formazione e Lavoro – ha compiuto un’indagine mirata ad acquisire dati utili che dovrebbero orientare e rendere maggiormente efficiente la formazione degli apprendisti. 

L’impegno della Confartigianato in questo ambito è volto ad indirizzare l’Amministrazione Provinciale a predisporre moduli formativi idonei a costituire un reale contributo alla crescita professionale degli apprendisti e di riflesso anche dei datori di lavoro: ciò può essere realizzato soprattutto introducendo materie maggiormente attinenti agli specifici settori di competenza, i cosiddetti contenuti a carattere professionalizzante.
Le indicazioni riportate, aventi ad oggetto il livello di soddisfazione dei datori di lavoro sul tema, fanno parte di una più ampia indagine estesa anche ad altri soggetti, frutto dell’esperienza dell’ufficio del Servizio Formazione Professionale, che si occupa della formazione in apprendistato. 

IL PUNTO DI VISTA DELLE AZIENDE:

DATI
I dati sono stati raccolti in larga parte da un campione rappresentativo di venti aziende, scelte tra le circa 150 coinvolte nelle attività formative, operanti nel settore commercio e, per la parte restante, frutto dell’esperienza acquisita dall’ufficio apprendistato.

A. Vi è un’adeguata informazione circa l’obbligo di frequenza della formazione esterna?
Presumibilmente, solo il 40% dei datori di lavoro è informato sull’obbligo di frequenza della formazione esterna al momento dell’assunzione dell’apprendista, visto che il 20% di attività informativa Regione/Provincia è ragionevolmente dovuto alla proposta formale della formazione esterna ed il 17 %, attribuito ai centri di formazione, è verosimilmente legato al contatto che avviene al momento dell’avvio del corso.
Il 45% delle aziende manifesta un atteggiamento positivo verso la formazione esterna che considera molto o abbastanza utile, mentre il 55% la considera poco o per niente utile.
Nonostante la fiducia espressa dal suddetto 45%, permane tra le aziende una diffusa preoccupazione che i risultati, comunque positivi, derivanti dalla formazione esterna comportino una sottrazione di tempo al lavoro. Le aziende manifestano quindi un atteggiamento apparentemente contraddittorio: percepiscono infatti la formazione come uno strumento di sviluppo, tuttavia evidenziano la dimensione di “perdita di tempo” per il lavoro, derivante dalla necessità di sacrificare parte delle ore lavorative all’attività didattica.

B. Che giudizio viene dato sulla durata dei corsi?
Il 50% delle aziende ritiene troppo lunga l’attività formativa esterna all’azienda. 

C. Qual è il livello di soddifazione che si ottiene a seguito della frequenza del corso di formazione?
Le aziende si dividono equamente nella valutazione: il 10% si ritiene molto soddisfatto, il 40% abbastanza soddisfatto, mentre il 50% poco o per niente soddisfatto. Si tratta quindi di un giudizio diviso, ma non complessivamente negativo.

D. Quali sono le materie oggetto di formazione che si reputano maggiormente importanti? 
Un’importanza rilevante viene attribuita alla conoscenza delle norme di sicurezza e alle capacità relazionali (con i colleghi e con i clienti), seguite dalla conoscenza delle procedure di lavoro, mentre per quanto riguarda le competenze relative all’ambito strettamente operativo del lavoro, esse occupano il terzo posto in graduatoria. La rilevanza più bassa è invece attribuita alla conoscenza delle lingue straniere, preceduta dalle “nozioni culturali di base” e dall’informatica. Complessivamente, quindi, le competenze di base occupano gli ultimi posti nella graduatoria di importanza percepita dalle imprese.

E. Qual è il rapporto con i centri di formazione?
Si è instaurata, di massima, una relazione positiva tra azienda e centro di formazione sollecitata dal Servizio attraverso l’emanazione di specifiche linee guida alle quali gli enti formativi devono attenersi. Tutte le aziende hanno avuto contatti con il centro responsabile della formazione dell’apprendista. I motivi del contatto sono principalmente dettati dall’esigenza di concordare il calendario e gli orari della formazione esterna; non mancano tuttavia i motivi legati alla conduzione dell’attività didattica (concordare i contenuti del corso, 20%) e quelli dipendenti dalle necessità burocratiche (segnalare le assenze dell’apprendista, 25%). 
La qualità della relazione con i centri di formazione lascia le aziende sostanzialmente soddisfatte tanto che in larga maggioranza sceglierebbe in futuro lo stesso ente formativo.

VALUTAZIONI

Punti critici emersi a seguito dell’indagine:

a) Informazione sull’obbligatorietà della formazione esterna in apprendistato: è ancora alto il numero di imprese che ne viene a conoscenza al momento della ricezione dell’offerta formale da parte della Provincia. Questo testimonia ciò che spesso si riscontra a seguito dei contatti che si intrattengono con le aziende che, conoscendo parzialmente la legge che disciplina il contratto di apprendistato, lo ritengono una tipologia soggetta esclusivamente a sgravi contributivi e solo per questo vantaggiosa. La disinformazione di cui si argomenta sembra scaturire dalle informazioni incomplete fornite dai soggetti incaricati delle pratiche di assunzione, i quali potrebbero richiamare l’attenzione dei datori di lavoro sull’esistenza dell’obbligo formativo relativo al contratto di apprendistato. 

b) Relazioni con gli enti di formazione: è limitata solo alla predisposizione del calendario didattico. Si avverte, quindi, l’esigenza di relazioni estese anche alla comunicazione dei contenuti del corso e delle modalità di partecipazione dell’apprendista (frequenza, comportamento in aula, risultati delle prove di fine modulo, ecc.).

c) Difficoltà organizzative-pratiche: nel settore “Edilizia” e per alcune qualifiche nel settore metalmeccanico legate ad attività connesse con l’edilizia, esiste il problema della raggiungibilità del posto di lavoro ossia l’apprendista raggiunge, al mattino il posto di lavoro con l’intera squadra e torna a casa solo a sera. Mentre per tutti gli altri le lezioni hanno una durata di 4 ore e vengono svolte al mattino o al pomeriggio, per gli apprendisti che lavorano in questi settori è necessario far coincidere la giornata lavorativa con una giornata formativa con la conseguente diminuzione della qualità dell’offerta didattica.

d) Scarso numero di tutor aziendali: che partecipano ai corsi di 12 ore rivolti ad essi. Questo nonostante le ore di corso per i tutor aziendali vengano scelte in modo da arrecare il minor disagio possibile.

e) Dimissioni di apprendisti: date contestualmente al recapito della proposta formale dell’offerta formativa inviata dal Servizio.

CAPACITA’ FORMATIVA INTERNA ALLE AZIENDE

Si ricorda che i datori di lavoro possono realizzare parte della formazione professionalizzante al proprio interno qualora posseggano i seguenti requisiti:
1) risorse umane idonee al trasferimento di competenze;
2) disponibilità di locali adeguati al corretto svolgimento della formazione;
3) tutor aziendali con competenze adeguate (viene appositamente organizzato un corso di 12 ore presso il Centro Locale per la Formazione di San Benedetto del Tronto).

E’ possibile incentivare il ricorso a questa modalità formativa e consentire ai datori di lavoro di progettare percorsi formativi più individualizzati, considerando che tra le modifiche da apportare alla normativa in materia, c’è anche quella che porterà a 56 ore i contenuti a carattere professionalizzante.

(Contenuti tratti da “Documento di sintesi sulle attività formative in apprendistato” a cura di Gabriele Marozzi, Coordinatore apprendistato, – Provincia di Ascoli Piceno).

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